chi siamo

Tutto comincia nel lontano 1989, quando, divisa fra Quintiliano e Chomsky (filologa classica con tentazioni un po’ troppo moderne), ho provato a giocare con le sei funzioni di Jakobson (quelle che spiegano come comunica e a che cosa serve il linguaggio), applicandole, tali e quali, al silenzio. Era un’ipotesi assai acerba, ingenua e piuttosto sfrontata, che presentai -  temeraria (come si è solo a quell’età) - al Congresso internazionale di retorica, ad illustri e giustamente critici linguisti. Lo considero un peccato di gioventù molto fecondo, perché da lì tutto è cominciato. Ho continuato a studiare il silenzio non come negazione della lingua, ma come strumento di comunicazione. Lavorando nei media, con gustosa contraddizione, ho portato avanti la ricerca maneggiando, tutti i giorni, parole, articoli e frasi. Forse per questo ho creato un gruppo di lavoro sul silenzio, coinvolgendo esperti di discipline diverse, tutti però, in qualche modo, professionisti del linguaggio: psicoanalisti, scrittori, insegnanti, artisti, giornalisti. Insieme abbiamo voluto verificare non in teoria, ma nella pratica quotidiana, le applicazioni comunicative del silenzio, le sue potenzialità e la sua forza di messaggio. Così è nato Riscoprire il silenzio (Baldini Castaldi Dalai). Dopo l’uscita del libro, l’incontro con Fuoribiennale ha aggiunto un altro tassello a questa “esperienza” (e non teoria) del comunicare tacendo, con due edizioni del Festival del silenzio (la prima a Vicenza e la seconda, più ampia e articolata, a Treviso). Il viaggio continua… Con tappe, divagazioni e incursioni in luoghi diversi. E soprattutto incontri, ciascuno con il suo sguardo e il suo contributo personale. Impossibile qui citare tutti gli amici del silenzio che hanno scritto, lavorato, cercato fino ad ora. Questo sito nasce proprio dalla voglia di condividere l’esperienza con chi, come noi, “viaggiatori del silenzio”, è convinto che non c’è una conclusione, ma solo un orizzonte di scoperta che si sposta.

Poi, certo, il dito che indica la luna, non è la luna. Parlare del silenzio, non ha nulla a che vedere con il silenzio stesso. E’ una perenne approssimazione che va fatta in punta di piedi. Paul Claudel diceva che la poesia “non è fatta di queste lettere che pianto come chiodi, ma del silenzio che resta sulla carta”. Qui troverete poco più che risonanze, echi di silenzio e la voglia di ascoltare quello che non è immediatamente esplicito, dichiarato, affacciato alla superficie del dire. 

PERCORSI, ITINERARI, SENTIERI... 
IL VIAGGIO, LE PRIME TAPPE 

 

Sei anche tu un "viaggiatore del silenzio"? Hai scritto un articolo, un saggio, un romanzo, hai un'idea artistica o fotografica, e vuoi condividerla con noi?

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