Cultura e Spettacoli
TRE GIORNI DI CONVEGNI E WORKSHOP
Un festival sul valore del silenzio
Nella Treviso deU'Ombrabnga la riscossa contro l'assedio di suoni e rumori
di Alessandra Lionello
Non c'è scelta, il silenzio occorre «farlo» perché dirlo è proprio impossibile, a meno di cadere in una evidente quanto odiosa contraddizione. Eppure ci hanno provato in molti, e non inutilmente, a parlare del silenzio e a rappresentarlo, tentando di aggiungere qualcosa alla sua singolare natura di assenza. Seneca («chi non sa tacere non sa parlare») ne faceva l'altra metà dell'arte del dire; Wittgenstein l'estrema ratio della sua rifondazione linguistica, («su ciò di cui non si può parlare si deve tacere»), una specie di scappatoia per la parola che non sa rappresentare la realtà. Del silenzio vale un po' quel che Sant'Agostino, non potendo contare su nozioni scientifiche, diceva del tempo, che «se non me lo chiedi lo so, se me lo chiedi non lo so più». O meglio, non so dirlo. E si torna daccapo, al fatto che il silenzio
non si dice ma si fa. Il fatto è che per fare silenzio, in qualche modo bisogna pur parlare o quanto meno comunicare, non fosse per altro motivo che per indurre gli altri a tacere. O a riflettere sul tacere e sulle possibilità di comunicazione che stanno dentro l'assenza di parole, di suoni, di rumori.
Questo si propone di fare il «Festival del Silenzio», titolo ambizioso per una tre giorni di convegni, installazioni creative, workshop che si svolgerà a Treviso da stasera a domenica 30 settembre. Nessuno si spaventi, però, non saranno tre giorni di silenzio, piuttosto tre giorni dedicati al silenzio, inteso come pausa, quel respiro nello spartito musicale importante come e quanto le note che precedono e che seguono. Silenzio come una interruzione temporanea del muro di suono cui siamo assuefatti, e come una reale possibilità di comunicazione, «n nostro mondo ipercomunica, è questa la cifra del contemporaneo - spiega Nicoletta Polla Mattiot, autrice del libro Riscoprire il silenzio (Baldini & Castaidi 2004) e supervisore scientifico del Festival - L'obiettivo che ci poniamo è minimo ed essenziale: portare il silenzio nelle città,
renderlo quotidiano, come una delle categorie della comunicazione». Non una pratica da anacoreti, dunque, né un esercizio aulico per eccentrici. Non il silenzio assoluto, che è più facile trovare negli spazi aperti e incontaminati della campagna o sulle vette inaccessibili. Ma un silenzio relativo, più vicino e praticabile nonostante le parole, i suoni, i rumori. Per questo filosofi, sociologi, giornalisti e professionisti della comunicazione si daranno appuntamento a Palazzo Bomben, proprio nel cuore della città. Un cuore rumoroso, come quello di tutti i centri urbani, che suonano di clacson e di telefonini, di rombi di motore e delle invettive dei nuovi predicatori.
«Quella degli approfondimenti a Palazzo Bomben (venerdì e sabato alle 20.30) è la parte propriamente scientifica del Festival - spiega Polla Mattiot - nella quale si tratterà del silenzio come espressione artistica e creativa e come forma di comunicazione. La giornata di domenica, invece, sarà dedicata ai laboratori, uno dei quali dedicato ai bambini, finalizzati a delle vere e proprie esperienze di silenzio». Sarà interessante sperimentare l'utilità
del silenzio per la creatività e la scrittura, oppure chiudere occhi e orecchi e provare a «sentire» solo attraverso l'olfatto. Ma anche passeggiando per la città si avrà l'opportunità di riflettere sul tema e provare a «sentire» con altri sensi, grazie ai «manifesti del silenzio»,realizzatiappositamen-te da dieci studi di grafici e designer da Torino a Treviso, passando per Milano, Verona, Vicenza, Padova e Venezia. «Non sarà niente di punitiyo -sottolinea infine la curatrice- Al contrario, sarà un'opportunità per riflettere sulla grande forza creativa del silenzio». E silenzio sia, anche all'ora dello spritz. In alcuni locali, i barman serviranno lo «Spritzzitto», accompagnato dalle performance di un mimo, e nei luoghi del Festival saranno in distribuzione le T-Silence, magliette in edizione limitata pensate appositamente per l'evento da Gas-jeans, e le cartoline-manifesto del silenzio.