WEEKEND
DALLE DOLOMITI ALL'AMALFITANA, VACANZE SENZA RUMORE
C'è un nuovo business: il silenzio
di Daniela Finocchi
SIAMO ormai oltre i decibel, mentali e acustici, recepitili. Grandi metropoli quali New York e Londra dichiarano guerra al rumore e stabiliscono parametri acustici sempre più severi per poter vendere casa. "Cercare una qualità volontaria e deliberata del tacere è un privilegio contemporaneo", scrive Nicoletta Polla Mattiot nel suo libro Riscoprire il silenzio che, grazie al contributo di tanti esperti, esplora i più diversi tenitori di applicazione del "non detto". Che cosa comunica il silenzio e come utilizzarlo nella vita privata e in quella pubblica? Non è poi così difficile. Il silenzio, spiega, è il nuovo lusso, un prezioso bene di consumo come nei quiet party americani o nei silent party europei, nati dall'idea di due giovani amici artisti, Paul Rebhan e Tony
Noe, una sera in cui non riuscivano a trovare in tutta New York un locale dove poter stare in santa pace. Ora la moda si sta diffondendo in tutto il mondo, Italia compresa ad opera di Vincenzo Perone, titolare dello spazio Mondrian Suite di Roma (www.quietparty.com).
L'audiologo Antonio Arpini, invece, invita a sperimentare i "sentieri del silenzio" da lui ideati in alcune oasi del WWF, percorsi fatti per scoprire mondi naturali e sconosciuti attraverso i sensi, ma senza parole. "Oltre il 60% del rumore che facciamo è inutile - dice Arpini - i giovani non conoscono i segnali sonori naturali, perché fin dalla nascita il loro udito è bombardato da molti rumori che spesso superano i 70db (il limite per l'OMS è 65 di giorno e 55 di notte). L'assuefazione crea una sorta di dipendenza, che spinge ad accendere la radio o la TV appena arrivati a casa, invece è importante far risposare l'udito almeno 30 minuti al giorno e arredare facendo largo uso di tendaggi, tappeti e doppi vetri alle finestre".
Niente di nuovo per i francesi, che al business del silenzio avevano già pensato in pieno '68 con la catena dei Relais du Silence (265 alberghi in dodici Paesi europei). L'Italia, dove ne esistono già 15, pare essere sempre più "territorio di punta" per creare nuove strutture tra case patrizie, castelli, fattorie o antichi mulini: dalle Dolomiti alla costiera amalfitana. "Molto prima che l'ecologia diventasse una moda, noi abbiamo combattuto contro l'inquinamento atmosferico e sonoro -dice Margherita Forzutti, presidente dell'associazione con sede in Italia - abbiamo decisamente optato per la qualità della vita, ricercando la clientela che preferisce il canto degli uccelli, i profumi della.natura e i sapori della cucina tradizionale", Ecco così la villa medicea di Casa-frassi immersa nei vigneti del Chianti, il Castello di Petrata vicino ad Assisi, la dimora fiabesca di Seis am Schlern, nel parco naturale dello Sciliar, la tenuta sul lago di Bracciano dove ancora si simula la caccia alla volpe, l'esclusiva villa medievale di Ravello, ma anche un'oasi di pace nel pieno centro di Roma come l'Hotel dei Consoli.
Alberghi che spesso possono vantare un passato illustre e che oggi sono dotati di ogni comfort. Una caratteristica li rende diversi da tutti gli altri: la quiete. Per essere inseriti nella guida europea Relais du Silence (acquistabile in libreria), infatti, occorre superare un rigido esame d'ammissione: completa insonorizzazione delle camere, precise regole inteme per impedire di recare disturbo agli ospiti, accoglienza familiare, rispetto della natura, utilizzo di ingredienti genuini a tavola. Si può trascorrere un weekend d'atmosfera settecentesca in Umbria, a Casa Mancia (Foligno), con tanto di
chiesa privata con trattamento di B&B a soli €48, oppure nella cascina Leon d'Oro del 1860 nel cuore della campagna veneta con parco e piscina a partire da €68. Fra i servizi di questi luoghi di pace si possono trovare una biblioteca in cui prendere un libro da leggere davanti al camino, un corso di cucina o di acquerello e ancora, come a Villa Campestri (Vicchio di Mugello), la prima Oleoteca al mondo: una biblioteca dell'olio con 110 volumi ed etichette dei migliori olii.
L'articolo sul sito de La Stampa