Una raccolta di saggi, in libreria in questi giorni, affronta il tema
visto attraverso la letteratura, l'arte, la psicanalisi.
E' il segno di una tendenza
La riscoperta del silenzio
Feste, vacanze e persino la musica: si abbassano i decibel
di Vera Schiavazzi
ROMA — Ritorna il silenzio, imprevisto e inatteso in un mondo dove i suoni sovrabbondano e gli strumento attraverso i quali scambiarsiparole simoltiplicano anno dopo anno. Contro, o forse proprio a causa di questa ridondanza, antropologi, sociologi, artisti studiano o scelgono questa formaantichissima di comunicazione per scambiare emozioni, messaggi, concetti anche complessi. Se ne parla in una raccolta di saggi che Baldini Castoldi Dalai ha mandato in libreria in questi giorni, "Riscoprire il silenzio", a cura della giornalista Nicoletta Polla-Mattiot e con la prefazione di Paolo Mauri di Repubblica. La curatrice e i molti autori affrontano l'argomento dalla letteratura all'arte, dalla musica alla psicoanalisi (dove il non-detto occupa, fin dall'epoca freudiana, uno spazio importantissimo nella relazione tra terapeuta e paziente), dalla natura alla geografia, fino alle diverse età della vita e al ruolo che questo sistema riveste nell'amore e nella seduzione.
Non a caso, sazi di citazioni da cioccolatino e di headline pubblicitari i guru della strategia amorosa hanno lanciato il quiet party come nuovo luogo di incontro per potenziali fidanzati. Nata a New York, la moda delle feste silenziose ha contagiato l'Italia: il prossimo appuntamento è fissato a Milano per il 13 dicembre, al Foyer di Franco Parenti. In programma una Festa del Silenzio a base di musiche, arti, poesie e sapori, nelcorso della quale anche la celebre partitura di John Cage verrà affidata ai rumori spontanei degli invitati.
Klaus Mondrian organizza regolarmente seminari sull'arte del tacere (l'ultimo si è appena concluso a Castelgandolfo) mentre quella che doveva essere una pura trovata di marketing, il nome "Relais du silence" abbinato ad una catena di alberghi di lusso in antiche magioni, è diventato una sorta di club esclusivo per iniziati, che ora si scambiano e-mail entusiaste sulla "qualità" della quiete nell'uno o nell'altro hotel (info su www.silencehotel.com).
Ma il "silenzio assoluto" esiste? No, e non sarebbe neppure divertente. In natura, è impossibile farne l'esperienza: baite e vette del Trentino, dove il fenomeno è stato rilevato dall'Agenzia regionale per la protezione ambientale, ad altezze a partire dai 1.400 metri, si va dai 40 decibel della notte ai 120 del giorno, con scoiattoli e galli cedroni come principali "disturbatori". Ma nelle città il frastuono supera molto spesso la soglia dei 65 decibel indicata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità come "fastidiosa" e, negli anni, potenzialmente dannosa: a Milano la media durante il giorno è di 75 decibel, Roma eTerni sono più rumorose durante la notte, soltanto a Imperia, Genova e Perugia le cose migliorano un poco mentre Mantova e Bolzano sono accettabilmente silenziose di giorno e Livorno lo diventa dopo il tramonto.
Non sono i possibili danni alla salute, tuttavia, né un generico
desiderio di fuga dalla civiltà dei rumori ad aver rilanciato il silenzio come moda. Semmai, la più empirica e rudimentale riscoperta del proverbio della nonna, "un bel tacer non fu mai scritto invano". O la sua più moderna versione, le white lies, le bugie o omissioni a fin di bene. Lo sapeva anche Massimo Troisi, che in "Pensavo fosse amore invece era un calesse" protesta con gli amici che gli rivelano il fidanzamento dell'amata con un altro: «Ma come? Queste cose si dicono alle spalle. Che cosa vi ho fatto di male per meritarmi tutta questa sincerità?»
L'intervista
Massimo Canevacci, antropologo culturale alla Sapienza, studia i linguaggi del "non detto"
"Per comunicare non esiste solo la parola ora i giovani preferiscono l'immagine"
ROMA — Taci, parla il piercing. Massimo Canevacci, antropologo culturale e docente alla Sapienza, studia i linguaggi del "non detto", con un'attenzione particolare a quelli utilizzati dai giovani.
Tra i "linguaggi giovanili" quale posta occupa il silenzio?
«Un posto fondamentale. I giovani, gli adolescenti soprattutto, parlano con le proprie scelte in fatto di abiti, consumi, oggetti e con la loro camera, utilizzata come estensione del corpo. Il loro silenzio è estremamente articolato e loquace, un assemblaggio che muta continuamente e che gli adulti faticano a capire».
Tra i "linguaggi non verbali" ci sono anche interventi sul proprio corpo come tatuaggi e piercing?
«Sono molto importanti, non solo per l'aspetto rituale e di passaggio di cui si è discusso molto e che i genitori continuano ad accettare con difficoltà. C'è un aspetto sessuale, l'espressione di un forte desiderio: perforando
la lingua o le labbra, si erotizza quella parte del corpo».
Gli adulti, invece, spesso non riescono ad evitare le parole...
«E' vero, specie quando hanno di fronte un ragazzo silenzioso: vengono presi dal panico. Tra pari, invece, il silenzio può al massimo imbarazzare. Ma si affinano altre capacità, prima fra tutte quella visiva. Il silenzio non interrompe la relazione, al contrario. E neppure le
e-mail o gli sms sono tutti uguali, basta imparare a leggerli a fondo».
Il silenzio ci attrae, ma ci ossessiona nello stesso tempo. Come possiamo reimparare ad usarlo?
«Apprezzandone la polifonia. Non esistono più codici stabili, uguali per tutti, oggi contano i suoni, i colori, la scelta delle parole, i gesti... E si cambia di continuo. Se accettiamo questo, torneremo ad apprezzare le sfumature infinite grazie alle quali si può comunicare anche senza chiacchiere».
LA POESIA
Taci. Su le soglie / del bosco non odo
parole che dici / umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane / Ascolta...
La pioggia nel pineto
(dalle laudi di G. D'Annunzio) |
LA MUSICA
Il brano più silenzioso della storia musicale è probabilmente 4'33" di Jhon Cage
L'esecutore osserva un completo silenzio, gli unici rumori sono quelli prodotti dagli ascoltatori [sedie che si muovono, brusii, proteste...] |
IL CINEMA
Il giapponese Takeshi Kitono è unu tra gli autori che più si sono concentrati sull'assenza di suono e dialogo nelle scene
Oltre a
«Il silenzio sul mare», storia di un sordomuto che si allena col windsurf, altre pellicole come «Zatoichi» sono pilastri del genere |
LA LETTERATURA
«Il silenzio è la più fedele cosa che in vita mia m'abbia allacciato», scriveva Sibilla Aleramo
Sul valore dell'assenza di parole e sull'arte di tacere sono state scritte in tutti i secoli pagine bellissime, anche contemporanee |
IL TEATRO
Dal grande mimo Marceau alle pièces di Eugene lonesco. il silenzio è, da sempre, un grande protagonista sulla scena teatrale
Taoufik Yebali ne ha fatto
l'ingrediente assoluto in «Femtella», sei attori restano in scena fermi e zitti, tranne che per minuscoli movimenti |
IL VIAGGIO
Finita l'epoca dei «Grand Tour» è la tecnologia a garantire la tranquillità di chi si sposta
Le ferrovie svizzere offrono la Ruheabtel, lo scompartimento del silenzio, dove è vietato usare il cellulare, ascoltare musica e persino parlare ad alta voce |