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Cani n°6

RISCOPRIRE IL SILENZIO

DIAMO L'OPPORTUNITÀ DI FARE ENTRARE IL SILENZIO NELLA NOSTRA VITA E DI GODERNE, MAGARI CON L'AIUTO DEL NOSTRO CANE DA CUI ABBIAMO SICURAMENTE MOLTO DA IMPARARE. QUASI TUTTI I CANI ABBAIANO PER FARE LA GUARDIA, MA AVOLTE LA SOLITUDINE E LO STRESS POSSONO PORTARE GLI NIMALI A FARSI SENTIRE UN PO'TROPPO, IN MODO COSIDDETTO «COMPULSIVO». PER LORO, INFATTI,ABBAIARE NON È FATICOSO, UN PO' COME PER NOI CANTICCHIARE E, IN CERTE SITUAZIONI, PUÒ ESSERE UN MODO PER SENTIRSI MENO SOLI...

A cura di Daniela Finocchi Disegni Stefano Trainito

Il grande silenzio dei cani ci consola delle futili parole degli uomini», scriveva Chaumont. il silenzio da ricercare, inseguire, imparare. Quasi un lusso, un privilegio contemporaneo di cui assaporare il piacere. Come? Lo spiega Nicoletta Polla Martiot nel suo libro «Riscoprire il silenzio» (Baldini Castaidi Dalai Editore) che, grazie al contributo di tanti esperti, esplora i più diversi tenitori di applicazione del «non detto»: dall'arte alla musica, dalla poesia alla natura. Ecco così, come una provocazione, l'opportunità di fare entrare il silenzio nella nostra vita e di goderne, magari con l'aiuto del nostro cane da cui abbiamo sicuramente molto da imparare. Andrea Pirovano, che svolge attività di ricerca presso il Centro per le Scienze della VitaWeihenstephan allaTechnische Univertitat Munchen, ha analizzato il tema prendendo in esame la natura, offrendo moltissimi spunti inconsueti e interessanti.
«Per sgombrare subito il campo da equivoci - dice - va chiarito che parlando di altre specie animali, differenti da Homo sapiens sapiens, non tutto ciò che a noi appare silenzio corrisponde effettivamente ad una mancanza di comunicazione. Geli, terre e mari sono infatti solcati da segnali vocali prodotti dalle più diverse forme di vita, emessi a frequenze non udibili dal nostro orecchio. Tra gli esempi più noti si possono citare i pipistrelli che emettono ultrasuoni per ecolocalizzare prede ed ostacoli. Gli elefanti, al loro opposto nella scala delle dimensioni, fanno uso di infrasuoni per comunicare su grandi distanze. In mare, i delfini emettono impulsi ultrasonici, mentre le balene emettono anch'esse infrasuoni». Dal discorso non è escluso il cane, che possiede un udito finissimo, poiché riceve delle frequenze sonore fino a 2,5 volte superiori a quelle percepite dall'essere umano. Il cane può sentire persino gli ultrasuoni, ecco quindi i fischietti da richiamo che sfruttano questa sua capacità. Distingue bene i singoli suoni e può riconoscere facilmente le parole pronunciate dal suo padrone. Ma proprio perché possiede un udito così fine, la voce alta e gli strilli non gli sono graditi, perché li percepisce amplificati e li associa a segnali di pericolo, cui può quindi reagire. I cani, a differenza degli uccelli per esempio, non difendono il territorio né corteggiano con la «voce», in compenso già da cuccioli sanno benissimo quando è il caso di farsi sentire e quando di tacere. «H pianto - dice Pirovano - è l'espressione di un bisogno e viene emesso in caso di necessità o per comunicare con la madre. I cuccioli"usano"spesso il silenzio come mimetismo innato. Una norma generale è quella di farsi notare il meno possibile, anche acusticamente. Allo stesso tempo però il silenzio può essere anche una tecnica di caccia, che sfrutta l'effetto sorpresa». Ecco così i cani, in particolare alcune razze come retriever o i levrieri, selezionati per la ferma o la caccia a vista, che abbaiano pochissimo. Quasi tutti i cani, poi, abbaiano per fare la guardia, ma a volte la solitudine e lo stress possono portare gli animali a farsi sentire un po'troppo, in modo cosiddetto compulsivo. Per loro, infatti, abbaiare non è faticoso, un po'come per noi canticchiare e, in certe situazioni, può essere un modo per sentirsi meno soli. Inoltre, se i vicini hanno a loro volta dei cani, questi risponderanno all'abbaio e sarà ben difficile ottenere il silenzio. I nostri amici a quattro zampe, infatti, sono spesso costretti a una vita che non gli è congeniale e sviluppano per questo comportamenti «problematici». «Si pensi ai cani da caccia - sottolinea Pirovano - sebbene non utilizzati a tale scopo, mantengono comunque gli istinti e le potenzialità della razza. L'abbaiare eccessivo può accompagnare il comportamento di cani stressati, ad esempio lasciati per lunghi periodi da soli, senza la possibilità di interagire con il padrone, che per loro rappresenta il capobranco». C'è anche una spiegazione del perché l'abbaiare continuo del cane è per noi così fastidioso, al contrario del «parlare» di altri animali, quali per esempio gli uccelli di cui nessuno si lamenterebbe mai del «soave» cinguettio. «Intanto gli uccelli si ascoltano generalmente all'aperto - spiega l'esperto - tra i boschi, nella natura, dove gli spazi sono ampi e l'intensità del suono ha maggiore possibilità di stemperarsi, di disperdersi. Se pensiamo, invece, a un canarino in gabbia che canta a squarciagola in una stanza, l'effetto è ben diverso e può dare fastidio se non come un cane che abbaia, quasi. Inoltre, contano molto le proporzioni, gli uccelli sono piccoli, ma immaginiamo un passerotto grosso come un cane: il suo canto risulterebbe molto meno armonioso e piacevole». Inoltre, l'abbaiare di un cane lasciato solo a casa assume tonalità più acute (e per questo più fastidiose), tipiche delle conseguenze da stress.
La tendenza del cane ad abbaiare, come sottolineato, dipende anche molto dalle attitudini di razza. I cani da guardia hanno sicuramente una soglia di reazione più bassa mentre svolgono il loro lavoro. Allo stesso modo, i segugi quando sono eccitati hanno un abbaio/ latrato forte e continuo, altrimenti sono piuttosto silenziosi. I terrier sono reattivi ai rumori ed hanno una soglia di abbaio decisamente bassa. Anche volpini e spitz sono reattivi e abbaiano per fare la guardia. Al contrario, i retriever, se selezionati per lo standard di lavoro, non sono cani molto vocali, così come i cani da punta e quelli da attacco. Infine i border collie, selezionati per condurre il gregge con le posture del corpo, sono in genere silenziosi, si avvicinano furtivi, tenendo la giusta distanza dalle pecore e prevedendo la loro reazione. Lavorano molto lontano dal conduttore, a volte fuori dalla sua vista, guidati da dei semplici fischi con i quali mantengono il contatto con l'uomo capobranco. Altri cani da conduzione, invece, sono più vocali perché usano l'abbaio per spingere pecore e bovini.
Ciò non toglie che esistano labrador e border collie che abbaiano o terrier silenziosi. Questo perché all'interno di una razza ci sono comunque delle differenze individuali. La tendenza ad abbaiare ha probabilmente una componente genetica ed è possibile individuare il cucciolo più vocale già all'interno della cucciolata. Un cane può quindi avere una soglia di abbaio bassa, media o alta. Oltre alla facilità con cui abbaia, occorre considerare la tendenza a continuare. Come tutti i comportamenti, infine, anche l'abbaio può essere rinforzato se è associato a conseguenze positive. Il cane abbaia per ottenere attenzione. Il cucciolo piange e viene fatto entrare in casa. Il postino si avvicina, il cane abbaia, il postino si allontana. Abbaiare spesso funziona per ottenere quel che si desidera. Ecco così l'importanza di una corretta educazione, che può influire in maniera determinante su questo aspetto. Riscoprire il silenzio può essere la carta vincente. Infatti, è inutile sgridare il cane o, ancor peggio, urlare per farlo smettere. Questo non farà che aumentare la sua eccitazione, sia che stia facendo la guardia sia che voglia attirare la nostra attenzione. Ignorarlo o ricorrere piuttosto a una pacata gestualità sarà molto più efficace. Del resto, basta osservare come i cani interagiscono fra loro quando si incontrano, giocano o trascorrono del tempo insieme. Certo, ogni tanto abbaiano, ma comunicano soprattutto muovendosi, toccandosi, annusando. «I cani imparano ad associare le idee - spiega Pirovano - la voce mette in contatto cane-padrone e i cani imparano ad associare la voce del padrone a ordini o stati d'animo. Ma comunicano molto anche attraverso gli sguardi, i movimenti, le diverse posture del corpo». Adottando la pratica del silenzio si avrà modo di godere molto di più della compagnia degli animali e si imparerà a comprenderli meglio. «Anche se domestico - continua Pirovano - il vivere accanto ad un essere"altro"da noi è una esperienza ricca di insegnamenti. Credo che la presenza di un cane al fianco durante una passeggiata o l'esperienza del suo sguardo, muto ma così eloquente, sia importante per ricordarci che siamo parte di un tutto». Se l'abbaiare del cane può essere fastidioso per l'uomo, occorrerebbe riflettere sul fatto di quanto il nostro mondo quotidiano sia rumoroso e, quindi, fastidioso per i cani. L'inquinamento acustico, infatti, ha un forte impatto sugli animali e il loro comportamento. «L'uomo è un"animale culturale"- dice Pirovano -la sua evoluzione viaggia con tempi molto più rapidi rispetto all'evoluzione biologica. Proprio questo scarto di velocità rende l'approccio sulla natura tanto violento e
spesso deleterio. La nostra specie non emette solo rumori propri, evolutisi insieme a quelli di altri animali che ne condividano l'ambiente, ma produce rumori legati alle varie innovazioni tecnologiche, ai processi produttivi, agli impianti energetici e così via». Un altoparlante ad alto volume, per esempio, induce un notevole stress a un cane, così come il suono dei clacson o il rumore di un martello pneumatico. Si pensi, per esempio, a quegli esemplari utilizzati a guardia di certe fabbriche di periferia dove magari ci sono presse o altri macchinari che producono forti rumori per otto ore al giorno. La loro vita sarà sicuramente sottoposta a uno stress notevole, giorno dopo giorno. E loro non hanno certo la possibilità di proteggersi le orecchie
con le cuffie antirumore! «Il rispetto per i nostri amici animali passa anche dalla mitigazione dei rumori che produciamo - conclude Pirovano - il silenzio di un bosco, interrotto solo dalle vocalizzazioni sommesse degli animali che lo abitarono dal fruscio lieve del vento tra le fronde degli alberi, è qualcosa che ha a che fare con il sacro. Distruggerlo con invadenza e leggerezza rasenta la profanazione, oltre che la superficialità. Occorre fare un'attenta valutazione di costì e benefici. In questo la natura è maestra: dosa i rumori solo allo stretto bisogno e insegna l'importanza (e l'utilità anche strategica, tattica o mimetica) del silenzio, che permette di ascoltare, di ascoltarci, di pensare e di vedere ciò che ci circonda».

BOX - SILENZIO COME TERAPIA
I cani sono gli animali usati con maggiore frequenza nella terapia assistita per animali per molteplici ragioni, ma soprattutto per la loro capacità di comunicare in silenzio. Sono animali molto socievoli, in grado di dare all'uomo un amore incondizionato, a dispetto dell'apparenza, dell'età, della salute e dello stato sociale. I cani non giudicano, possono essere accarezzati, toccati, sono in grado di infondere calma e sicurezza sconfiggendo ansia e solitudine. Possono essere addestrati e possono comunicare con l'uomo tramite un linguaggio verbale e gestuale.
In generale, la gente è attratta dalla vista di un cane: ad esempio, se si cammina per strada con un cane è molto più facile essere osservati. Una dote sfruttata anche da film e spot pubblicitari dove vengono inseriti con il solo scopo di catturare lo sguardo degli spettatori, senza bisogno di tante parole. Ciò significa che un «cane terapeuta» può attrarre l'attenzione di una persona disorientata. Pazienti che soffrono del morbo di Alzheimer o che si distraggono dalla realtà, grazie ai cani possono essere riportati a fecalizzare la loro attenzione sul presente.Allo stesso modo, persone con problemi di apprendimento, con l'ausilio dei cani possono aumentare la loro capacità di concentrazione e, conseguentemente, imparare con maggior facilità. Inoltre, i cani possono sollevare il morale dei pazienti, costituendo un diversivo alla routine di tutti i giorni e costituiscono un antidoto alla depressione. Questo è dovuto alla loro straordinaria capacità di comunicare, anche se in modo diverso dal nostro, di stimolare la socializzazione tra pazienti, volontari ed educatori e/o personale medico. Persone malate, chiuse in se stesse, spesso perdono il desiderio e la capacità di parlare con il prossimo: i cani con un gesto, uno sguardo, riescono a stabilire un contatto con queste persone. I nostri amici a quattro zampe si prestano volentieri ad essere accarezzati ed il toccare, oltre ad essere il sistema primario di comunicazione (il tatto è il primo senso che si sviluppa nell'uomo e l'ultimo a rimanere), costituisce un vero e proprio bisogno fisico e psichico, che può portare ad una riduzione di ansia e di stress. Spesso le convenzioni sociali impediscono di toccare gli estranei, mentre ciò è sempre possibile con un cane.

BOX -VIVERE IN SILENZIO: CANI PER PERSONE CON PROBLEMI D'UDITO
L'addestramento per i cani destinati ad aiutare persone non udenti inizia intorno al primo anno di vita. L'intelligenza di questi esemplari viene messa a dura prova, dovranno infatti imparare circa un centinaio di ordini orali e gestuali. Inoltre, la voce di un non udente o di una persona con problemi d'udito è molto diversa nell'intonazione e nella dizione e questo richiede un ulteriore sforzo d'adattamento. La formazione del cane-guida consiste principalmente nel farlo reagire a certi rumori, in modo che possa avvertire il suo padrone all'occorrenza.Ad esempio, salta sul letto appena suona la sveglia, tira l'orlo dei pantaloni quando qualcuno suona alla porta o, ancora, prende delicatamente la mano del suo padrone per avvisarlo di una visita inopportuna. Ma ciò che apprezzano maggiormente le persone con problemi di udito è la fine della solitudine e dell'isolamento grazie ad un amico capace di vivere e comunicare in silenzio.

BOX - L'ORECCHIO DEL CANE
Nel cane la struttura esterna dell'orecchio è composta da una cartilagine, ricoperta di peli e di muscoli, che racchiude il padiglione mobile.il quale può orientarsi a seconda della provenienza dei suoni, come un'antenna radar. La parte esterna dell'orecchio serve da raccoglitore di suoni per l'orecchio medio. Nel padiglione dell'orecchio si trovano vari nervi, tra i quali il nervo vago che svolge un'azione di rallentamento del cuore. Esistono due forme di orecchie: cadenti o dritte. Le orecchie cadenti devono essere controllate più di sovente: la chiusura del condotto auricolare esterno da parte del padiglione, infetti, non permette una buona aerazione del condotto e ostacola la corretta eliminazione del cerume. Bisogna dunque pulirlo regolarmente per togliere qualsiasi presenza di peli. Anche il tipo di peli sull'orecchio (lunghi, ricci, corti) è determinante e a volte, proprio per motivi igienici, si rende necessario rasare il pelo delle orecchie.

BOX - I DIECI CANI PIÙ SILENZIOSI
Occorre precisare che non esistono cani che non abbaiano, tutti lo fanno perché è il loro modo di comunicare. Ci sono però razze selezionate per alcuni scopi specifici (la punta, l'attacco, la conduzione del gregge) che svolgono il loro lavoro in silenzio e sono quindi meno «vocali» di altre, oppure ci sono razze che per la conformazione fisica del muso tendono ad abbaiare meno. Non ci sono, comunque, regole assolute. Detto ciò, ecco le dieci razze «più silenziose»:
■ levrieri (in genere)
■ mastini e cani da attacco in genere
■ maremmano abruzzese
■ border collie
■ collie
■ retriever
■ pechinese
■ bulldog inglese
■ shitzu
■ cirneco dell'Etna