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Luna n°2

Un po' in silenzio è meglio

QUELLA DI TACERE È UN'ARTE DA RISCOPRIRE. COSÌ

di Cristina D'Antonio

Che il tempo e lo spazio siano i veri lussi del terzo millennio, si sapeva già. Ma c'è un terzo lusso senza il quale è impossibile godere fino in fondo gli altri due: il silenzio. In un mondo inflazionato di parole, rumori e suonerie polifoniche, imparare la semplice arte del silenzio diventa essenziale. È quello che si propone Riscoprire il silenzio (Baldini Castoldi Dalai Editore), il libro attorno al quale Nicoletta Polla-Mattiot ha raccolto voci molto autorevoli. Dieci lezioni che spaziano dall'arte alle scienze umane, al costume, ma ruotano attorno a un messaggio unico: si pensa al silenzio come a una nonazione, ma è vero l'esatto contrario. Stare zitti aiuta a fare - e a fare meglio - un sacco di cose. Per esempio...
Cucinare. La classica attività che con l'assenza di rumori ha, in apparenza, nulla da spartire. Invece si può partire proprio da qui per andare alla scoperta dei «laghi bianchi del silenzio», come canta Paolo Conte. Un veloce colpo di mano, e si zittiscono i contendenti della Prova del cuoco in tv, ci si nega a telefonate e sms dell'amica in astinenza affettiva, si dribblano le offerte dei dimostratori. E i improvvisamente, in cucina ogni gesto ritrova il suo verbo, ogni verbo la sua musica, ogni suono il suo sapore. Soffriggere, mantecare, tritare, bollire: scoprire lo zen e l'arte della cottura dell'arrosto non è mai stato tanto facile.
Ascoltare. Anche questa è una dritta ovvia solo in apparenza. Antonio Arpini, titolare della cattedra di Audiologia dell'Università di Milano, ha fatto l'esperimento. Ha portato alcuni giovani in una riserva naturale e ha chiesto loro cosa sentivano: nulla. Il loro udito, assalito fino alla nascita da rumori oltre i 70 decibel, non aveva mai memorizzato suoni inferiori. Con un po' di esercizio, in religioso silenzio, i ragazzi hanno scoperto un universo parallelo. Da raccomandare caldamente ad alcune coppie colpite da sordità affettiva.
Viaggiare. Frastornati e frustrati: capita sempre più spesso di sentirsi così quando si arriva a destinazione. Invece la vera vacanza, letteralmente, deve essere soprattutto sospensione. Anche, se non soprattutto, dai suoni indesiderati. Ecco spiegato il successo dei Ruheabteil, gli scompartimenti delle ferrovie svizzere dove è severamente proibito fare rumore (prenotazioni sul sito www.sbb.ch), ma anche dei relais du silence (sempre più numerosi e sempre più quotati, wwwsilencehotel.com).
Persuadere. Lo si impara da piccoli: un padre non ha bisogno di spiegazioni per punire. Si sperimenta da grandi: l'autorità non si confronta; impone. E la sospensione verbale è una raffinatissima azione del potere, un affilatissimo strumento di convinzione. Che oltre tutto ha un vantaggio impagabile: non ammette repliche.
Protestare. Anche la scelta dello sciopero del silenzio, da sempre tra le più efficaci forme di nonviolenza, è in costante crescita. Il prossimo appuntamento è già fissato: 13 aprile 2005, Stati Uniti, una giornata di silenzio contro discriminazione e molestie sessuali. E iniziativa è delle associazioni gay, lesbiche e studentesche. Contro l'ostracismo degli altri, la loro afasia.
Sedurre. Siete fra quanti confondono seduzione e stordimento? Ravvedetevi. Per conquistare qualcuno non c'è bisogno di tramortirlo di parole. Senza arrivare agli estremi degli Apache di Cibecue (Arizona), la cui comunità in alcune occasioni (fra cui il corteggiamento) rinuncia ufficialmente all'uso della parola, vale la pena di rivalutare una seduzione più silente. In un semplice gioco di sguardi i feromoni circolano più veloci (è scientificamente provato). Così, se nei locali di Parigi impazza lo Slowly, aperitivo a base di valeriana e camomilla da sorbire muti, dagli States cominciano a diffondersi anche da noi i Quiet Party (www.quietparty.com): feste lunghe una notte dove non si fuma, non si bevono alcolici e non si parla. Una somma di astinenze che porta gli invitati a intrattenersi su altri piani...