chi siamo‎ > ‎Riscoprire il silenzio‎ > ‎Rassegna stampa‎ > ‎2005‎ > ‎

RadiocorriereTV n°10

LIBRI IN TV

L'elogio del silenzio

di Antonella Colombo

Potrebbe sembrare, quello del silenzio, un argomento in contrasto con il mondo della comunicazione e ancor di più con il mezzo televisivo. Invece ad un'analisi approfondita ci si accorge di come il silenzio sia un modo valido ed efficace per comunicare. In natura molti animali fanno del silenzio la loro arma per colpire le prede, cogliendole di sorpresa. Già nell'antichità l'uso del silenzio per creare un contatto intenso e profondo era noto ai più grandi filosofi come Socrate. Il silenzio appare un momento preliminare alle parole del maestro. C'est dans le silence qu'on s'entend le mieux (È nel silenzio che ci si capisce meglio) ha detto Paul Claudel. E anche Agostino nel suo De Magistro parla di una voce silenziosa che ogni docente si dispone ad ascoltare prima di tradurre in parole gli insegnamenti. Per Gesù Cristo, prima di radunare gli apostoli e predicare la parola di Dio, passaggio essenziale sono i quaranta giorni passati in silenzio nel deserto. Tesi che sono sostenute dalla giornalista Nicoletta Polla-Mattiot nel suo saggio Riscoprire il silenzio (Baldini Castoldi Dalai, euro 14,40). Riavvicinandoci ai nostri giorni anche avvenimenti che hanno scosso l'opinione pubblica, come lo scoppio della guerra in Irak oppure l'attentato alle torri gemelle di New York, fanno rendere conto di quanto sia stato importante il silenzio proprio come mezzo di comunicazione. Ricordo la forte emozione e la drammaticità, il senso di grande impotenza e di dolore che le sole immagini delle Twin Towers in fiamme, senza nessun altro commento hanno trasmesso al mondo intero. Non c'era bisogno di aggiungere altro. La tragedia alla quale stavamo assistendo aveva una sua forza di espressione e qualsiasi parola aggiunta non sarebbe stata opportuna.