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Starbene n°3

Sentiamoci!
MA SEMPRE DI PIÙ

II cellulare ha cancellato le distanze tra noi e gli altri. E poi sms ed e-mail ci permettono di comunicare in ogni momento. Occhio però a non diventare invadente. E a non nasconderti nei messaggini per evitare gli imbarazzi
di Chiara Libero

Piccolo quiz: devi comunicare a una tua amica un cambiamento di programma per stasera. Non vi troverete più sotto casa, ma direttamente al cinema. Sei in ufficio e hai a disposizione il telefono fisso, il cellulare e il computer collegato a Internet. Che cosa fai? Le telefoni, le invii in sms oppure una e-mail?
Non si tratta di una scelta banale o casuale. Nel primo caso potrebbero accaderti diverse cose: potresti trovare la tua amica impegnata a fare altro e quindi sbrigativa, che ti liquida con poche parole ("Sì, va bene", oppure "Ne parliamo più tardi"). Potresti trovarla libera di chiacchierare: allora la breve comunicazione di servizio diventerebbe una conversazione, magari anche una discussione, nel caso in cui a lei non piacesse la tua idea. Potresti trovare il telefono occupato, e allora avresti la necessità di lasciarle un messaggio nella segreteria. Di tono secco o interlocutorio.
Ma con un sms o una e-mail la comunicazione sarebbe molto più semplice. Poche parole, le informazioni essenziali, magari rese ancora più rapide da un emoticon (le "faccette" che esprimono all'istante lo stato d'animo dello scrivente, come :-) per indicare un sorriso). "Stasera ci vediamo al cinema". Al massimo un "ok?" E l'amica non si sentirebbe affatto seccata da tanta sinteticità, anzi probabilmente ti risponderebbe con una frase altrettanto asciutta, oppure con un emoticon.

Ti sento ma non ti vedo
«Con le nuove tecnologie si guadagna in velocità e comodità, ma si perdono dati importanti», spiega il sociologo Francesco Morace, fondatore del Future concept lab di Milano. «Perché sms ed e-mail non ti permettono d'interpretare il linguaggio corporeo o il tono di vóce del tuo interlocutore. E ciò può limitare la capacità di comprensione».
Secondo uno studio effettuato negli anni 70, infatti, nel dialogo faccia a faccia il 5 5 per cento del significato deriva dalle espressioni del viso e dai gesti involontari, il 38 per cento dal tono della voce e soltanto il 7 per cento dalle parole vere e proprie, «Nelle comunicazioni tramite il computer o con l'invio di messaggi telefonici utilizziamo quindi solo una minima parte della nostra potenzialità, e abbiamo bisogno di segnali minimi e a volte subdoli, di codici nuovi, per non fraintendere quello che ci viene inviato. Per esempio l'uso delle maiuscole per indicare che siamo arrabbiati», continua Francesco Morace.

Un messaggio traditore
«Non si tratta però solo di questo», precisa Gabriele Traverso, psicoterapeuta a Ivrea e ad Alassio. «Rispetto alle conversazioni telefoniche, che richiedono un'attenzione immediata, e che situano subito l'interlocutore in un luogo preciso (persino se si usa il cellulare la prima frase che si pronuncia non è "come stai?", ma "dove sei?"), sms ed e-mail permettono una comunicazione dilatata nel tempo e potenzialmente priva di collocazione- Invio un messaggio, ma non so dove arriverà o quando: il ricevente può avere il cellulare spento, oppure può decidere di non accedere a Internet per controllare la posta». Ti lascia aperta la possibilità d'ignorarlo, o di rimandare la replica al momento più opportuno.
Può essere un problema, ma anche un'opportunità. «Lo spazio di tempo tra un messaggio e la risposta ti da modo di elaborare le tue strategie», interviene Chiara Simonelli, docente di Psicopatologia del comportamento sessuale all'università La Sapienza di Roma. «Forse per questo gli sms sono diventati subito lo strumento preferito dagli innamorati. Soprattutto dalle coppie clandestine, che possono scambiarsi promesse, dichiarazioni e appuntamenti in qualsiasi momento, senza paura di essere ascoltati da orecchie indiscrete».
Anche se resta sempre la possibilità di essere "beccati" dal legittimo coniuge... «È un rischio da non sottovalutare», continua Simonelli. «Registriamo sempre più spesso casi di coppie che vanno in crisi dopo aver controllato, "per sbaglio", il cellulare dell'altro. Tuttavia ormai nessuno è più disposto a rinunciare a questa possibilità di scambi intimi e affettuosi».
Ma tutte queste opportunità di restare in contatto perenne servono davvero a capirsi di più, a comunicare meglio? «Credo che una persona mantenga i tratti principali del suo carattere indipendentemente dal mezzo che usa per esprimersi», sostiene l'esperta. «Certo, un messaggino permette a uno spregiudicato di filarsela senza tante spiegazioni. Una menzogna detta con una e-mail è meno smascherabile di una spiattellata faccia a faccia. Ma se un uomo è un mascalzone, se una donna è una bugiarda, non è colpa del telefonino o del computer. I mezzi servono solo a esprimere quello che si è». In altre parole, chi è sensibile, attento ai sentimenti degli altri, capace di emozionarsi, lo sarà anche maneggiando strumenti "freddi". Forse la differenza sarà nella frequenza con la quale sceglierà di usare quelli più "caldi". Preferirà vedere le persone care, parlare guardandole negli occhi, non appena ne avrà la possibilità.

Usali con Intelligenza
L'uso della comunicazione personale resterà allora appannaggio dei più sentimentali? Non secondo gli esperti. «Credo che ci sia spazio per tutti i mezzi di comunicazione, dal più "naturale" al più tecnologicamente avanzato», interviene Francesco Morace. «La vera intelligenza sta nell'uso degli strumenti disponibili. Stiamo ancora cercando un equilibrio: l'abbondanza di possibilità di comunicare ci spinge a usarle tutte, in modo un po' confuso, magari anche poco cortese. Ma sono sicuro che tra poco si tornerà a capire che alcuni messaggi sono più "pesanti" di altri, e quindi meritano di essere inviati con mezzi più pensati e riflessivi (vedi box a pag. 33)».
«Anche i più giovani, quelli che digitano velocissimi sulla tastiera del cellulare o del computer, sanno che un biglietto scritto a mano ha un valore diverso rispetto a una e-mail o a un sms. E probabilmente continueranno a usare carta e penna per scrivere, per esempio, il loro diario», continua il sociologo.

Se "ti odio" significa "ti amo"
Questo non significa che per comunicare i sentimenti dovremo sempre riprendere in mano carta, penna e calamaio. «Usiamo pure i mezzi che vogliamo, quelli più comodi e convenienti, ma facciamolo bene, con intelligenza», conclude lo psicoterapeuta Gabriele Traverso. «Se vuoi, invia al tuo uomo dieci sms al giorno con scritto "ti amo", ma ricordati di ripeterglielo anche quando v'incontrerete».
Non solo: anche che un "mi manchi" scritto su una tastiera ha un significato ben diverso da quello sussurrato all'orecchio del tuo uomo, mentre lui ti abbraccia...

BOX - Quei mitici foglietti gialli
• La notte di Natale del 1974 è celebrata ogni giorno in tutti gli uffici del mondo. Quella sera l'ingegnere chimico americano Arthur Fry, impiegato delia società 3M. inventò ì post-it: gli indispensabili "gialiini".
• «È una delle invenzioni più semplici e geniali nel campo delta comunicazione», sottolinea il sociologo Francesco Morace. «Non si tratta del solito bigltettino lasciato sulla scrivania: il post-it stabilisce una gerarchla. Le notizie segnalate dai gialiini (che ormai sono prodotti in mille forme e colori diversi) sono più importanti delle altre. I messaggi che veicolano possono essere presi e messi direttamente in agenda, senza essere ricopiati. Sono uno strumento versatile, che sì presta a usi creativi».
• Una piccola "rivoluzione" in antitesi con la tendenza a ricorrere alle tecnologie più avanzate e che riporta in primo piano la scrittura a rrtano, così come il frigo-lavagna dove lasciare brevi messaggi d'amore.


49% Sono i casi di tradimento confermati da sms, secondo Miriam Tomponzi, titolare della più celebre agenzia investigativa italiana. Nel 43,1 per cento dei casi, invece, la spia è costituita dall'elenco delle telefonate effettuate e ricevute. SMS "STO PER SPOSARMI, VORREI EVITARE LE PARTECIPAZIONI MANDANDO GLI INVITI CON SMS O E-MAIL. I MIEI GENITORI DICONO CHE È COME SE NON LE INVIASSI AFFATTO..."
Lo psicologo: hai ragione tu, ma...
Ormai l'invio di inviti e partecipazioni con e-mail o sms (per il matrimonio, per anniversari e feste di compleanno) rientra nella normalità. Tra giovani, poi, è la regola per evitare le complicazioni e le spese della posta! Forse, però, tua madre e tuo padre manifestano il timore che l'uso di mezzi alternativi sia la spia di un tuo atteggiamento poco riflessivo nel confronti del gesto che stai per compiere. È un po' come se la parola scritta fosse lì, a testimoniare le buone intenzioni tue e del tuo fidanzato, mentre mes-saggini ed e-mail si possono cancellare in un attimo, premendo un pulsante. Se non ti pesa troppo, cerca di accontentarli almeno per gli inviti ai loro amici e ai parenti più tradizionalisti.
Approssimativi & contenti
• Si chiamano, con un neologismo, approxomeeters, cioè, più o meno, "incontratori approssimativi": il termine è stato inventato dalla sociologa Christine Satchell, dello Smart Internet Technology Research Centre di Sydney, in Australia.
• Si tratta dell'ultima versione dei telefonino-dipendenti: persone che si servono proprio del cellulare per non prendere impegni precisi.
• Non ci si vede più a pranzo alle tredici, ma ci si manda un sms verso mezzogiorno per stabilire l'orario e il posto. Non si passa a casa di un amico alle dieci di sera: lo si chiama dopocena per vedere il da farsi.
• «È un'ulteriore espressione della necessità di dominare quello che ci accade intorno», nota lo psicoterapeuta Gabriele Traverso. «Si ha l'impressione di poter modificare gli eventi fino all'ultimo. E forse anche di lasciare la porta aperta a qualche meravigliosa opportunità che dovesse presentarsi all'improvviso».
• Il consiglio? «Provare a prendere degli impegni, e a mantenerli», conclude Traverso. «Dimentica la funzione "scappatoia" del telefonino. Se non in casi davvero speciali».

300 sono i milioni di e-mail che sono state spedite per le feste di Natale. Gli sms sono stati 600 milioni, gli mms 20. Fanalino di coda i biglietti d'auguri tradizionali: 70 milioni (dati Telefono blu, osservatorio dei consumi). E-MAIL "TRA AMICI È SORTA UNA DISCUSSIONE: È CORRETTO DARE PER E-MAIL O CON UN SMS NOTIZIE GRAVI E LUTTUOSE? OPPURE È UN SEGNO DI INSENSIBILITÀ?"
Lo psicologo: è indice d'insicurezza
È sempre più comune inviare un sms per avvertire parenti e amici della scomparsa di una persona cara. E si sta diffondendo l'abitudine di usare lo stesso mezzo, o Pe-mail, per inviare le condoglianze. Più che un segno d'insensibilità, direi che è un indice d'insicurezza. Si ha paura di dover trovare le parole giuste, di dover affrontare il dolore degli altri. In certe circostanze, credo che sia quasi indispensabile trovare il coraggio di alzare il telefono, di prendere carta e penna e scrivere una vera lettera, di andare a trovare chi soffre. Si deve venire a patti con la realtà, prima o poi. Senza contare che è facile scrivere un anonimo "condoglianze". Meno facile comunicare i propri sentimenti.
Apprezza anche il suono del silenzio
«Chi parla sempre, chi manda mille sms ed e-mail, di solito finisce per non ascoltare e non essere ascoltato con attenzione», sostiene Nicoletta Poila Mattiot, giornalista esperta in tecniche di comunicazione, curatrice del libro Riscoprire il silenzio (Baldini Castoldi Dalai editore, 14,40 €).
• Per ridare importanza alle parole si dovrebbe allora dare più spazio al silenzio. «È una tendenza che si sta imponendo», osserva il sociologo Francesco Morace. «Gli addetti ai lavori la chiamano "comunicazione ieratica": non è urlata, ma pacata.

Pochi segnali, ma di spessore, sono una risposta sensata al rumore assordante».
• «Tacere è un'arte, e si può imparare», nota ancora Polla Mattiot. «Non è necessario andare a cercare il silenzio negli eremi o nella solitudine assoluta: possiamo farlo ogni giorno, alternandolo alle parole e ai suoni».
• Oppure, seguendo una moda che si sta diffondendo anche in Italia: i quiet party, le feste silenziose. Suoni sommessi, comunicazioni verbali ridotte al minimo, aboliti alco! e fumo. Per concentrarci su quello che davvero conta: il contatto umano.

9% Secondo una ricerca inglese, è la percentuale di maniaci del cellulare che dice addio al partner con un sms. E chi non vuole sforzarsi neppure di trovare la formula per l'addio può trovarne belle e pronte su www.smslove.com.
CELLULARE "MIO FIGLIO HA 7 ANNI E VORREBBE IL TELEFONINO: A ME SEMBRA UNA FOLLIA, PERÒ MI FAREBBE SENTIRE TRANQUILLA POTERLO CHIAMARE IN OGNI MOMENTO..."
Lo psicologo: ok dopo gli 11 anni
La maggior parte degli psicologi infantili ormai concorda sull'opportunità di fornire i bambini di cellulare a 11 -12 anni, con l'inizio delle secondarie inferiori. Prima dovrebbero essere sempre in compagnia di un adulto, quindi controllabili. Ci sono però altri motivi per cui è meglio posticipare l'uso di questo mezzo. Con gli sms s'impara a utilizzare un numero limitato di parole e di espressioni. Si utilizza un sistema di comunicazione troppo specializzato, forse a scapito di altri, come le relazioni personali, la conversazione, le lettere. Inoltre, spesso le mamme insistono a voler fornire i loro bambini di un cellulare (anche a 5-6 anni!) per un'ansia di controllo esasperata. Che potrebbe portare, nel tempo, a rapporti poco equilibrati.
Hai paura del contatto con gli altri?
Hai l'impressione che i nuovi sistemi di comunicazione siano diventati per te un modo per nascondere la tua timidezza? Ecco i segnali da considerare.

• Usi sms ed e-mail anche quando avresti la possibilità e il tempo di telefonare.
• Ti senti sollevata quando può comunicare qualcosa con sms o e-mail, specie se si tratta di argomenti imbarazzanti.
• Al contrario, quando sei costretta a usare il telefono oppure a discutere di persona diventi subito ansiosa e nervosa, e cerchi di tagliare corto, limitandoti alle comunicazioni essenziali.
• Se puoi, eviti di rispondere al telefono senza un filtro. In ufficio preferisci far passare le telefonate dal centralino e usi la segreteria telefonica anche se sei in casa, per poter scegliere le persone con cui parlare e quelle per le quali "non ci sei".