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YourSelf n°6

COMPORTA MENTI

Nelle città italiane, immerse giorno e notte nel frastuono, la quiete è diventata un bene di lusso. Tanto di lusso che c'è chi organizza i "silent party"... A parte i benefici fisici e psichici del vivere isolati dall'inquinamento acustico, è utile riabituarsi alla comunicazione silenziosa, predisponendo l'orecchio all'ascolto. Riscopriamo il non-detto come modalità di relazione con l'altro

Impariamo a comunicare col silenzio
di Chiara Settignano

Il famoso compositore statunitense John Cage affermava che il silenzio non esiste. Se parlava di silenzio assoluto aveva senz'altro ragione. Il silenzio è relativo. Si può tacere mentre si passeggia per la campagna, ma ugualmente ci sarà un sottofondo sonoro, che sia la natura o il proprio respiro. Suoni che, dall'alto della nostra civiltà del rumore, abbiamo dimenticato come si ascoltano e quanto si viva meglio abbassando i decibel. L'inquinamento acustico, in Italia, si aggira sui 70 decibel di giorno e i 65 di notte. La soglia di rischio per danni uditivi è di 75 decibel (vedi tabella). Non per niente, secondo gli otorini, nell'ultimo secolo l'umanità civilizzata ha perso un 20% di udito a causa del frastuono di radio e tv a volume alto, elettrodomestici, fabbriche, traffico, aeroporti e ferrovie... I disturbi del sonno si sono moltipllcati: mai come oggi le notti hanno in sottofondo il chiasso, dalla musica dei pub ai rombi dei motorini. Secondo uno studio dell'università romana 'La Sapienza', se la rumorosità nelle ore notturne arriva già ai 40 decibel sarebbe opportuno dormire 20 minuti di più; se poi supera i 70 può scomparire la fase rem, e addio sogni. A Trieste si è scoperto addirittura che le farmacie localizzate dove la quiete notturna è fortemente a rischio vendono una quantità di sonniferi e tranquillanti doppia se non tripla rispetto alla media. Ripetuti studi di Legambiente hanno dimostrato che in quasi tutte le città il rumore supera i livelli consentiti per legge, che in una zona residenziale non dev'essere al di sopra dei 55 decibel di giorno e i 45 di notte; in una centrale dei 60 diurni e 50 notturni, mentre sulle circonvallazioni può arrivare a 65 di giorno e 50 di notte. Dal dossier 2005 sull'inquinamento acustico dell'associazione ambientalista risulta che nessuna delle città esaminate è in regola con i parametri. Bocciate Milano, Napoli e Pescara per il rumore che di notte va oltre i 70 db. Male anche Roma, La Spezia e Palermo, la cui media diurna si aggira sui 75 decibel. Un problema allargato all'Europa, dove il 25% dei cittadini comunitari sperimenta un peggioramento della qualità della vita a causa dell'annoyance (sensazione di disturbo e fastìdio) e una percentuale compresa fra il 5 e il 15% soffre di seri disturbi del sonno. Ma quali sono gli effetti nocivi di una prolungata esposizione al rumore? Eccoli elencati da Legambiente: tachicardia, variazione della pressione arteriosa e della capacità respiratoria, gastriti, nausea, alterazioni del campo visivo e della trasmissione degli impulsi nervosi; ci sono poi gli effetti psicologici, che potrebbero rendere difficile la comunicazione, generare aggressività, emicrania, capogiri, inappetenza, difficoltà di concentrazione. Possiamo dire che il silenzio è diventato un lusso che pochi si possono permettere, visto che, a detta degli esperti, il nostro orecchio sta bene a 40 decibel. Fin qui il rumore. Più complesso dare una definizione di silenzio. Per il neurologo e psicoanalista Alberto Schön non ce n'è una sola. "C'è il silenzio di chi ascolta le parole dell'interlocutore, il silenzio di chi ascolta una musica. Ma mentre io ascolto l'altro parla o suona, dunque silenzio totale non è.
Anche nel silenzio della natura qualcosa si avverte sempre, il vento fra gli alberi, il risuonare dei passi... Esistono i silenzi artificiali: ma anche nella camera anecoica dell'otorino, perfettamente isolata, si sentono le articolazioni che scricchiolano e il cuore che batte... Si potrebbe dire che il vero silenzio coincida con la morte, quando non si percepisce più niente: ma ci possiamo accontentare di una definizione negativa?". Tanti tipi di silenzio, tanti diversi usi. Nicoletta Polla-Mattiot, giornalista, da dieci anni si occupa di questo tema. Di queste ricerche è frutto la raccolta di saggi Riscoprire il silenzio, dove si dimostra che anche il silenzio ha la sua grammatica. "Proviamo - ci dice - a considerare il silenzio un modo per metterci in rapporto con gli altri, un mezzo di comunicazione alternativo alle parole, ma non antitetico. Uno strumento, che come tale si usa, si maneggia, non si sta a contemplare, quindi se ne ha meno timore reverenziale e si può inserire più facilmente nella nostra vita". E invita a rieducare l'udito. "L'audiologo Antonio Arpini - continua la Polla-Mattiot - ha inventato i 'sentieri del silenzio', in collaborazione con il Wwf: luoghi dove si riabitua l'orecchio a sentire rumori a decibel di gran lunga inferiori a quelli cui siamo assuefatti. Il silenzio si impara. Pensiamo ai bambini, assieme agli animali, i più vicini al registro non verbale. "L'infanzia - spiega la psicoterapeuta Manuela Trinci - è per definizione non-parola (dal latino in-fari, che non può parlare). I bambini devono imparare a non interrompere quando si parla, ad aspettare zitti il loro turno... Nel loro immaginario il silenzio è associato spesso alla solitudine. Del resto, ci sentiamo tutti un po' minacciati dal silenzio, che è legato ancestralmente alla perdita dell'altro; viceversa la voce è uno dei massimi simboli dell'attaccamento. Perciò diventa importante fin da piccoli riappropriarsi di un silenzio giocoso. Si fanno laboratori apposta per aiutare i bimbi a vincere le paure giocando. Crescendo, da adolescenti c'è la capacità, a volte il desiderio, di stare in silenzio. Se i ragazzi, per esempio, si chiudono in un mutismo ostinato, vogliono comunicare ostilità. Resta il fatto che, se a tutte le età è importante fare esperienza del non-detto, da adulti è difficile: chi ha timore dei vuoti si attacca al telefono e ci sta ore". Sul silenzio dei 'vecchi' interviene il professor Schon: "L'abbassamento frequente dell'udito che caratterizza l'età avanzata non sempre è uno svantaggio. Ricordo il caso di un uomo in là con gli anni, sordo, che dopo pranzo si metteva in poltrona, spegneva la protesi acustica e assumeva un'aria beata, isolato dal mondo: un silenzio strumentale". Un'altra occasione di 'fare' silenzio sono i silent-party, evento diventato di gran moda negli ultimi tempi, che può aiutare a riscoprire una dimensione trascurata e tanto salutare. Come sostiene Klaus Mondrian, art director e inventore italiano delle 'feste del silenzio', "nelle conversazioni si presuppone che si riempia ogni spazio. Abbiamo una paura psicologica e sociale del vuoto. Una conversazione con dei vuoti è imbarazzante, anche a tavola. Perciò c'è sempre la tv a riempire. Il parlare a qualsiasi costo è un'acquisizione della società contemporanea perché, circondati dall'incontinenza verbale, non siamo capaci di stare con noi stessi". Conclude Polla-Mattiot: "Bisogna riappropriarsi del tempo delle proprie esperienze. Ci vuole una scansione tra il fare e il pensare, il dire e il non dire: il silenzio è lo spazio in cui si allenta la morsa del fare e del dire, ci si ferma a riflettere per poi ripartire. Non si può ascoltare e parlare con gli altri se non si tace e si parla a turno. Non dev'essere il silenzio di chi non vede l'ora di intervenire, bensì la capacità di fare spazio alle parole dell'altro perché ci lascino un'eco cui possiamo rispondere, ristabilendo la relazione sul terreno della reciprocità. Il mio non è un libro contro le parole, ma che rifonda il dialogo; non si può stare zitti in eterno, ma nemmeno solo parlare parlare parlare...".

BOX1 - TESTIMONIANZE
Klaus Mondrian, direttore artistico della Mondrian Suite di Roma
"Il silenzio è un'arte"
"I silent-party, le feste del silenzio, sono nati nel settembre 2003 quando ho inaugurato la mia galleria. Non sono stati importati dagli Stati Uniti, dove hanno una connotazione più goliardica e si possono bere alcolici... I nostri sono più intellettual-artistici. Ecco come funzionano: c'è un pre-silent di un'ora circa: si ascolta musica ambient e new age, a volte si assiste a coreografie, tipo una danzatrice che si muove al suono delle gocce d'acqua... In questo modo si crea l'atmosfera. Poi arriva il momento di liberare l'energia sonora che uno ha dentro, e se prima si sussurrava ora tutti strillano. Quando suona la campanella, non deve più volare una mosca. Niente musica soft, non si può parlare o scrivere bigliettini, al limite si beve acqua. Come si partecipa? Quando almeno 10-15 persone ci scrivono che sentono quest'esigenza, organizziamo il party, che è gratuito. Il prossimo lo faremo a Castelgandolfo, sul lago. In fondo lo si può leggere come un tentativo estetico: si fa nella galleria d'arte perché lì avviene la fruizione silenziosa di una mostra, un piacere privato, non condiviso. Potremmo definirli una performance: un'installazione d'arte contemporanea che le persone creano fra loro". Info: www.mondriansuite.it
Per partecipare: mondriansuite@libero.it

BOX1 - TESTIMONIANZE
Alfio Petrini, autore della performance l loveYOU, ovvero il silenzio riempito
"Il silenzio parla"
"Uso il termine silenzio 'riempito' nella consapevolezza che nell'ambito della creazione artistica tutto parla, anche il silenzio. Si tratta dunque di un silenzio portatore di senso, di significato, di valore. Parla attraverso il corpo, perché il teatro è corpo, e anche la voce è corpo: è un fatto materico, parte integrante del corpo. E anche il silenzio è corpo, si rivela attraverso i linguaggi a matrice fisica. Il corpo è capace di generare pensiero, che è pensiero del corpo. Purtroppo, nella società materialistica e razionalistica domina il dato cognitivo a danno di quello percettivo. Si presuppone che la cosa più importante sia il pensiero della ragione, ma non è così: la ragione non basta né per vivere né per fare attività creativa. Il mistero va accettato ed espresso attraverso un atto di ricreazione. La ragione spiega e il mistero - cioè la poesia che nasce dal comportamento poetico dell'autore - non accetta spiegazioni, descrizioni, mimesi. La natura e la cultura dell'uomo sono duali, e nell'ambito della dualità conta il movimento del pensiero e del desiderio. Conta il sapere e il non-sapere, il materiale e l'immateriale, il palpabile e l'impalpabile, il dicibile e l'indicibile. Se l'indicibile viene detto non è più indicibile, ovviamente, ma una spiegazione che fa cadere il sonno sulle palpebre. Ai fini della rappresentazione dell'indicibile, il pensiero del corpo è molto importante e quando l'indicibile o l'impalpabile sono correttamente espressi creano un silenzio riempito dì senso. E di valore aggiunto poetico".
Info: www.teatrototale.it (Centro nazionale di Drammaturgia 'Teatro Totale').