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linguamadre ed. 2007

La poesia di un racconto sul desiderio di diventare madre, tra sogno e fatalismo, si contrappone al linguaggio semplice e crudo del resoconto di una vita in cui il dolore e la lotta quotidiana per la sopravvivenza nascondono lo strazio dell’anima. Sono solo alcuni dei temi di questa raccolta. Sono le storie di donne cubane, argentine, marocchine, senegalesi, vietnamite, indiane, rumene, bulgare, camerunensi, ecuadoregne e di tante altre nazionalità che hanno partecipato alla Seconda edizione del Concorso letterario nazionale “Lingua Madre” e che hanno colto con entusiasmo l’opportunità di raccontarsi confrontandosi con la cultura, gli usi e i costumi della vita italiana.
Il tema dell’identità attraversa e unisce le narrazioni, identità vissuta con fatica, con difficoltà, magari con rabbia e che a volte è persino difficile definire. In certi casi è l’amore a gettare un ponte fra le differenze, l’amore che ammorbidisce i contrasti, creando le basi per una reale integrazione. Altre volte è il cibo che diviene elemento d’identità culturale e di scambio. Non manca l’ironia, che s’insinua leggera, l’arma migliore per combattere ogni fanatismo. Ecco così che una pietanza da gourmet di carne cruda, può facilmente trasformarsi nel più inquietante degli incubi per una sudamericana spersa tra le brumose campagne del nord Italia, convinta di essere finita in mano ai cannibali!

Un'altra madre

di Carla GIANOTTI - ITALIA

La  vita mi ha affidato un figlio. Tuo figlio. Mio figlio. 
E’ difficile  coniugare un noi, che comprenda un io e un tu,   dove nessuno dei due venga  sfuocato o sbiadito e dove l’io e il tu siano declinati nell’ interezza che non rinuncia a se stessa  e  diventino un noi,  che è sempre un po’ più grande della somma dell’io e del tu. 
I nostri destini non li   possiamo  più  separare.
Siamo qui come frammenti, alla ricerca di un senso più grande di noi dentro di noi.
Le  cose a volte stanno così, in margine  a un senso che non riesce a riconoscerle e a capirle, un  senso impotente e un po’ bambino, che vorrebbe stringere e costringere tutte le  cose  a stare zitte e in fila una dietro l’altra. Eppure ci sono tanti  attimi di senso umili di   passione lenta e  caparbia, che ogni giorno si allargano al mondo, qui nella  stessa brevità del respiro.
Lascia che io custodisca un pezzo di te, che  sia tua testimone.
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